Centro Raphael Roma

Ecografia 3D - 4D

L’ecografia 3D o tridimensionale permette la visualizzazione del feto in 3 dimensioni, mostrando un volume e non solo un piano di sezione come avviene per la tradizionale ecografia bidimensionale.

Questa metodica si basa sulla ricostruzione ed elaborazione computerizzata delle normali immagini ecografiche bidimensionali, che sfruttando il cosiddetto processo di “rendering” permette di ottenere l’immagine tridimensionale del feto molto simile all’originale.

L’ecografia 4D, consente di visualizzare l’immagine tridimensionale in movimento, cioè in tempo reale; la quarta dimensione infatti è rappresentata dal tempo. Si vedrà quindi in diretta il feto che muove le mani, che muove la labbra o si succhia il dito.

In realtà da un punto di vista strettamente diagnostico non c’è una grande differenza tra le ecografie tridimensionali (3D e 4D) e quella tradizionale o bidimensionale. Però il rapporto tra la madre e il bambino, secondo alcuni studi, sembra positivamente influenzato. 

Vedere in bambino in tridimensionale e addirittura muoversi è un emozione forte, che incrementa il legame affettivo e in alcuni casi può indurre la mamma a cambiare stile di vita, a migliorare la propria alimentazione, ad evitare attività dannose come il fumo o l’uso di alcool.

Attualmente la valutazione del feto viene effettuata sulla base dell’ecografia bidimensionale, mentre la metodica 3D e 4D è solo un complemento all’esame. Ma in alcuni casi può rivelarsi uno strumento più completo non solo dal punto di vista affettivo, ma anche dal punto di vista diagnostico.

Per esempio offre la possibilità di visualizzare alcune malformazioni come la labiopalatoschisi (o labbro leporino) in modo più facilmente comprensibile per i genitori, aiutando così il medico nella spiegazione del difetto alla coppia. Altri casi in cui l’ecografia tridimensionale si è mostrata utile sono ad esempio le malformazioni degli arti, come il piede torto congenito.

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